LA DIETA COME TERAPIA CONTRO L’INVECCHIAMENTO
Con il passare degli anni le ricerche su come rallentare e controllare i processi d’invecchiamento si sono susseguite instancabilmente su più fronti; in particolare, si è visto come il mantenimento di un organismo sano ed in forma contribuisca alla causa. In questo ambito si è cercato di approfondire la correlazione tra invecchiamento e restrizione calorica.
I primi studi a riguardo furono condotti nel 1935, quando un giovane ricercatore estese sensibilmente la vita media di piccoli roditori attraverso una dieta ipocalorica.
Dieta e metabolismo.
Dai numerosi studi già pubblicati, emergono interessanti collegamenti tra restrizione calorica e metabolismo. Tralasciando le varie modificazioni relative allo shift metabolico dei nutrienti (ossia alla capacità delle cellule di estrarre energia dai grassi piuttosto che dai carboidrati), i principali vantaggi deriverebbero dal controllo insulinico.
Una dieta ipocalorica controllata inciderebbe positivamente sull’iperglicemia e sulla conseguente iperinsulinemia, in genere associata alle diete occidentali che sono particolarmente ricche in carboidrati raffinati. In questo modo, verrebbero sostanzialmente prevenuti o ritardati tutti gli effetti dannosi dell’iperglicemia a carico dei vasi sanguigni, del sistema nervoso e del controllo del ciclo cellulare.
E’ in oltre prevedibile una sensibile riduzione del rischio di micro e macroangiopatie, neuropatie, patologie cardiovascolari e tumori, controllando così alcuni dei principali stati morbosi associati all’invecchiamento.
Questo controllo risulterebbe importante anche nel prevenire altri stati patologici solitamente presenti nell’invecchiamento come la steatosi epatica e la patologia aterosclerotica.
Dieta e stress ossidativo.
Rimanendo sempre nel capitolo del metabolismo ossidativo, diversi studi dimostrano come una dieta ipocalorica possa ridurre il rate metabolico cellulare, mantenendo la cellula quindi in uno stato di parziale attivazione.
Questa caratteristicha determinerebbe:
- Un efficace controllo dell’attività metabolica cellulare;
- Una diminuzione dell’utilizzo di ossigeno;
- Un miglioramento dell’efficienza della catena mitocondriale;
- Un controllo attivo della funzionalità mitocondriale.
Ovvero, un miglior utilizzo dell’ossigeno ed una riduzione della produzione endogena di radicali liberi. A questo si aggiungerebbe anche un minor carico di pro-ossidanti derivanti dagli alimenti, migliorando così il bilancio tra specie ossidanti (radicali liberi) e sistemi antiossidanti cellulari (la nostra difesa), riducendo il rischio di stress ossidativo e dunque di invecchiamento.
Risulta semplice immaginare come il controllo dei radicali liberi dell’ossigeno e dello stress ossidativo dell’invecchiamento si possa ripercuotere positivamente sulla qualità della vita e sulla longevità.
Dieta e tessuto adiposo
Com’è noto a tutti, uno degli effetti fondamentali della dieta ipocalorica è la riduzione del tessuto adiposo.
Se nella maggior parte dei casi questo obiettivo è sostenuto da semplici motivi estetici, in ambito clinico ed antiaging il dimagrimento rappresenta una chiave importante per la longevità.
Recenti studi affermano una stretta correlazione tra tessuto adiposo, soprattutto di tipo viscerale, e stato infiammatorio. Una ridotta adiposità potrebbe associarsi ad un miglior controllo dello stato infiammatorio dell’organismo, riducendo così il rischio di complicanze immunologiche e sistemiche, spesso coinvolte nei processi d’invecchiamento.
Di particolare importanza è il ruolo di alcune specifiche molecole prodotte dal tessuto adiposo, chiamate “adipochine” la cui presenza risulterebbe associata ad una insulino-resistenza, a stato infiammatorio di base e alterazioni del controllo neuroendocrino.